camparìa

Favignana è conosciuta in tutta Italia (e non solo) per la straordinaria bellezza del suo mare, ma quello che non tutti sanno è che è un’isola dalla storia e dalla tradizione affascinante. Per via della sua posizione strategica, nel corso dei secoli ha visto passare popolazioni e culture diverse, e ancora oggi l’architettura dell’isola conserva i segni di queste dominazioni.

Ma soprattutto, in epoche passate Favignana fu uno dei principali centri del Mediterraneo per quanto riguarda la pratica della mattanza, la tipica pesca del tonno rosso. Il cuore di questa attività era la Camparìa, una vasta area che recentemente è stata interessata da un ampio progetto di riqualificazione, grazie al quale la proprietà si presenta oggi come uno dei luoghi di maggior interesse dell’intera isola di Favignana. Andiamo dunque a presentare la storia di questo luogo, mettendone in evidenza le peculiarità e i cambiamenti che lo hanno interessato a seguito delle operazioni di restauro.

La tonnara di Favignana

La tonnara di Favignana fu una delle più grandi del Mediterraneo, dove si praticava la mattanza. Questa attività è stata importata in Sicilia durante il periodo islamico, quando su tutto il litorale orientale e occidentale dell’isola cominciò a diffondersi questa tecnica per la cattura del tonno rosso. In tempi recenti, la mattanza è andata quasi scomparendo a causa degli inquinamenti dei mari e della riduzione della popolazione ittica dei tonni, oltre che per la diffusione della pesca industriale.

La storia della tonnara di Favignana ha inizio nell’Ottocento con la nobile famiglia Florio, una delle più ricche nell’Italia dell’epoca. Nel 1874 Ignazio Florio si occupò dell’ampliamento e della ristrutturazione della tonnara, grazie alla collaborazione con l’architetto Giuseppe Damiani Almeyda, e costruì lo stabilimento deputato alla lavorazione del tonno. La costruzione dello stabilimento diede un grande impulso all’economia locale. Presto la struttura iniziò a contribuire al benessere dell’isola creando nuovi posti di lavoro: da qui passavano operai, pescatori, manovali, falegnami e tante altre figure.

Gli operai e il soprannome Camparìa

In virtù della ricchezza e della prosperità di cui gli abitanti dell’isola beneficiavano grazie all’attività nelle tonnare, il complesso venne soprannominato “Camparìa” dagli stessi operai che qui lavoravano. Espressione siciliana, si traduce con “dare da campare” e si riferisce proprio all’importante ruolo della pesca del tonno per il rigoglio economico di Favignana.

Il restauro e il rinnovamento

Fino a non molto tempo fa, il complesso della Camparìa versava in condizioni di semi abbandono. Di recente, però, è stata compiuta un’operazione straordinaria che ha restituito dignità a questo luogo storico e, al tempo stesso, lo ha trasformato in qualcosa di completamente nuovo, senza metterne in discussione il legame indissolubile con il passato.

Era infatti evidente che un patrimonio storico così ricco e complesso non potesse e non dovesse in nessun caso essere messo da parte, bensì valorizzato. Si è optato, dunque, per un progetto basato su un tipo di restauro conservativo: sono state impiegate tecniche edilizie tradizionali per ristrutturare gli edifici senza intaccarne le caratteristiche esteriori. Lo scopo dell’operazione era recuperare ed esaltare l’immagine antica del complesso, ripristinandone la struttura di base, e contestualmente incrementare gli spazi per dare vita a nuovi luoghi di aggregazione accessibili dai turisti e dagli abitanti dell’isola.

Il nuovo volto della Camparìa

Il risultato di questa operazione di restauro è che oggi la proprietà di Camparìa rappresenta un autentico punto di riferimento per le attività sociali e culturali di Favignana. In un’isola dagli spazi così contenuti quale è Favignana, avere un’area di questo genere è un grande vantaggio che può fungere da richiamo sul piano nazionale e internazionale. Nelle isole d’Italia non esistono progetti simili, che concentrano in un unico punto tanti servizi e occasioni di scambio. Nei pressi del complesso, infatti, troviamo:

  • una bottega, destinata alla vendita di oggettistica, articoli d’arredo per la casa e capi di abbigliamento. Si tratta di un luogo affascinante dove si esprime al massimo, attraverso oggetti concreti, l’essenza della Camparìa e la sua anima antica.
  • un lounge bar, composto da un ampio open space dal taglio moderno, con sgabelli e tavoli rialzati e colori accesi. Qui ci si può godere un aperitivo al cospetto del tramonto mozzafiato di Favignana: la vista panoramica offre uno spettacolo pazzesco, che rende la semplice degustazione di un drink un’esperienza irripetibile altrove.
  • un’enoteca, dove si possono ordinare e acquistare i vini delle più prestigiose case vinicole.

Tutti questi spazi sono vicini tra loro e danno vita a un piccolo centro deputato alle attività più diverse. E il rinnovamento dell’area non è stato ancora completato, sono infatti previste nuove aperture per il futuro, in primis quella del ristorante. Inoltre, data l’ampiezza dell’area, gli spazi vengono regolarmente sfruttati per eventi di vario genere: dagli spettacoli alle mostre d’arte, dai concerti ai matrimoni.

Insomma, lo scopo della riqualificazione della Camparìa era restituire alla proprietà quel ruolo che aveva all’epoca della mattanza, quando “dava da campare” a tanti abitanti di Favignana, e possiamo dire che l’obiettivo è stato raggiunto: oggi l’isola splende anche per merito di un nuovo luogo di aggregazione dove tradizione e modernità si incontrano e dialogano in maniera vincente.